Buonasera a tutti! Eccomi di nuovo con
la recensione di un secondo romanzo giallo. Credo proprio che dopo quello che è
in lettura, cambierò genere! Ero curiosa di scoprire le capacità di questa
famosissima autrice, come non amare "La casa degli spiriti", in una
nuova veste e... non svelerò subito il mio parere!
Titolo: Il gioco di Ripper
Autore: Isabel Allende
Pagine: 462
Editore: Feltrinelli
Editore: Feltrinelli
Prezzo: 19,00
Sinossi:
Le donne della famiglia Jackson, Indiana e Amanda, madre e
figlia, sono molto legate pur essendo diverse come il giorno e la notte.
Indiana, che esercita come medico olistico, è una donna libera e fiera della
propria vita bohémienne. Sposata e poi separatasi molto giovane dal padre di
Amanda, è riluttante a lasciarsi coinvolgere sentimentalmente, che sia con
Alan, ricco erede di una delle famiglie dell'élite di San Francisco, o con
Ryan, enigmatico e affascinante ex navy seal dell'esercito americano, ferito
durante una delle sue ultime missioni. Mentre la madre vede soprattutto il
buono nelle persone, Amanda, come suo padre, capo ispettore della sezione
omicidi della polizia di San Francisco, è affascinata dal lato oscuro della
natura umana. Brillante e introversa, appassionata lettrice, dotata di un
eccezionale talento per le indagini criminali, si diletta a giocare a Ripper,
un gioco online ispirato a Jack the Ripper, Jack lo squartatore, in cui bisogna
risolvere casi misteriosi. Quando la città è attraversata da una serie di
strani omicidi, Amanda si butta a capofitto nelle indagini, scoprendo, prima
che lo faccia la polizia, che i delitti potrebbero essere connessi fra loro. Ma
il caso diventa fin troppo personale quando sparisce Indiana. La scomparsa della
madre è collegata al serial killer? Ora, con la madre in pericolo, la giovane
detective si ritrova ad affrontare il giallo più complesso che le sia mai
capitato, prima che sia troppo tardi.
Isabel Allende Llona (Lima, 2 agosto 1942) è una scrittrice
cilena. È una delle autrici latinoamericane di maggior successo al mondo, con
libri come La casa degli spiriti o La città delle bestie. Ha scritto romanzi
basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne,
unendo insieme mito e realismo. Ha partecipato a molti tour mondiali per
promuovere i suoi libri ed ha anche insegnato letteratura in vari college
statunitensi. Vive dal 1989 in California con suo marito, e ha ottenuto la
cittadinanza americana nel 2003.
Recensione
Prima prova della grande e
famosa scrittrice in un genere che non le appartiene, ma che non abbandona mai
le origini che l’anno resa così amata. Il libro infatti, presenta una doppia
organizzazione: da una parte il giallo e dall'altra il romanzo familiare, ma
soprattutto femminile.
Elemento particolare e
originale è il gioco di ruolo online organizzato da Amanda, la figlia di
Indiana, insieme al nonno e ad altri quattro adolescenti provenienti da diversi
paesi. Inizia come un semplice gioco il cui scopo è quello di catturare il
famoso Jack lo Squartatore, fino a quando la cittadina di San Francisco non
viene sconvolta da alcuni omicidi e dal rapimento di Indiana, e i giocatori di
Ripper iniziano ad investigare grazie alla complicità del padre di Amanda,
agente della Sezione Omicidi. Secondo il mio personale punto
di vista, quello del gioco è un elemento originale, ma che viene sfruttato poco
e male.
Purtroppo, nonostante un inizio
coinvolgente, le indagini sui diversi omicidi hanno ben poco spazio all'interno del romanzo, salvo alla fine, dove la ricerca di Indiana diviene l’elemento
centrale della vicenda coinvolgendo tutti i protagonisti in una corsa contro il
tempo.
Il finale, proprio per questo
motivo, mi è risultato molto sbrigativo. Inoltre l’incalzare degli eventi nelle
ultime pagine mi ha dato la sensazione che l’autrice volesse, in questo modo,
supplire alla monotonia e alla piattezza del romanzo.
Considero l’opera soprattutto come
la storia di una famiglia. Ritroviamo il rapporto madre-figlia, padre-figlia,
ma soprattutto quello di Amanda e il nonno Blake. È, il loro, un rapporto fatto
di amore, amicizia, fiducia, confidenza e complicità.
Ma, ahimè, il perno di tutto il
romanzo è il personaggio di Indiana, troppo generosa, troppo disponibile,
troppo “perfetta”.
Ahimè perché, oltre a non
essere un giallo degno di questo nome, come ho già ribadito, neanche come
romanzo femminile mi ha entusiasmato.
Trovo noiosi gli interminabili
capitoli su questa donna: il suo lavoro nella clinica olistica, i suoi
trattamenti affatto efficaci, il suo voler salvare tutti, la sua vita privata
fatta di cene, picnic, i numerosi spasimanti, l’attrazione per Miller, ma
soprattutto il rapporto con il suo amante Keller. Purtroppo non ho affatto
apprezzato questa donna, il ritratto che l’Allende fa di lei e il suo essere
centro di tutto e tutti.
Ho avuto non poche difficoltà a recensire il romanzo, perché non mi piace dare un voto del tutto negativo alle fatiche degli autori, ma ho preferito puntare sulla sincerità.
Credo che presto rileggerò i
suoi libri, quelli con la L maiuscola, per riprendermi da questa delusione. In attesa di un suo ritorno in grande stile.
Voto: ★ ½
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