domenica 30 marzo 2014

Prossime uscite #3

Secondo e ultimo post della giornata. Si tratta di un nuovo romanzo giallo della casa editrice Artestampa, mi dicono già disponibile. Non mi resta che augurare la buonanotte a tutti e un buon inizio di settimana.


Titolo: Il re di fiori
Autore: Guido Maria Nizzola
Editore: Edizioni Artestampa
Data di uscita: 4 aprile 2014
Pagine: 320
Prezzo: 15,00 €

"Bella, bella come sempre. Lo fissava con quegli incredibili occhi azzurri. Ma in quel particolare momento non erano gli occhi a catturare la sua attenzione, bensì le gambe. Sicuramente la parte più seducente di lei: lunghe, piene, abbronzate. Sfiorò con un dito la bionda, sottilissima peluria delle cosce che la gonna ritraendosi aveva lasciato scoperte. Ancora una volta.  Per l’ultima volta. Perché Sydney, al di là di ogni possibile dubbio, era morta".

Sinossi:
La sera del primo giorno d’estate l’ingegner Giulio Lambertini rincasa dopo la solita nuotata in piscina. Ad attenderlo, nell’atrio suo superattico, trova l’amante. Una sorpresa gradevole, se non fosse che Sydney giace riversa in un lago di sangue.
Giulio non fa in tempo a porsi queste domande che si ritrova in carcere con addosso una tuta sbiadita e una montagna di prove contro di lui. Possibile che nessuno creda alla sua innocenza? Il giudice, l’ispettore, sua moglie, il suo avvocato, tutti personaggi di una commedia in cui lui non ha battute.
Il carcere è un mondo duro, chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Non appena Lambertini lo capisce, comincia il romanzo.

Novità #2

Ancora nessuna recensione purtroppo, sono molto occupata con la tesi, ma cercherò di portarmi avanti con la lettura. Vi presento le ultime novità di due case editrici. A voi!

Titolo: Calcio e acciaio. Dimenticare Piombino
Autore: Gordiano Lupi
Editore: Acar Edizioni
Pagine: 200
Prezzo: 15,00€

“Soltanto a Piombino ho visto case per gli operai costruite sul mare, acciaio e salmastro cercare una strada comune, lottare per fumo e pane, ma anche amore per il mare, per scogliere incontaminate, per golfi e calette misteriose che danno riparo al sole. Sarà per questo che ho scelto di tornarci. Forse mi sento figlio di tante contraddizioni”.


Sinossi:
Aldo Agroppi era amico di sua madre, viveva in via Pisa, un quartiere di famiglie operaie, case bombardate durante la Seconda Guerra Mondiale, tragiche ferite di dolore, macerie ancora da assorbire. Giovanni ricorda una foto di Agroppi che indossa la maglia della Nazionale, autografata con un pennarello nero. Era stato proprio Agroppi in persona a dargliela, all’angolo tra corso Italia e via Gaeta, in un giorno di primavera di tanti anni fa, dove la madre del calciatore gestiva una trattoria, un posto d’altri tempi, dove si mangiava con poca spesa. Giovanni era un bambino innamorato dei campioni, giocava su un campo di calcio delimitato dalla sua fantasia, imitava le serpentine di rombo di tuono Gigi Riva, i virtuosismi di Sandro Mazzola, le bordate di Roberto Boninsegna, le finte dell’abatino Gianni Rivera e la vita da mediano di Aldo Agroppi, cominciata a Piombino e conclusa a Torino”. 



Titolo: Korallo 
Autore: Piero Gaffuri
Editore: Editori Internazionali Riuniti
Pagine: 240
Prezzo: 12,00 €

«Per i vecchi c’era soltanto l’orto piccolo vicino a casa. Così le piante diventavano selvatiche, contorte, la frutta minuscola, aspra. Sembrava proprio che il paese avesse perso la memoria».

Sinossi: Giulio Weber è un professore di liceo che vive in un piccolo paese tra le montagne dell’Appennino centrale e insegna nella vicina città. Abita lassù con la moglie Maria, non ha figli e nasconde un doloroso segreto che nessuno intorno conosce.
Un tempo amava una ragazza bella e piena di energia, Olga, che in un’alba di un’estate argentina, come decine di migliaia di suoi giovani connazionali, è scomparsa per sempre. Giulio inerte, schiacciato dalla paura e dal dolore, ha dovuto vivere anni con il terribile ricordo di quei momenti e fare i conti con un profondo senso di colpa.
Le cose nella sua vita cambiano quando la moglie, gli amici e il nuovo parroco del paese gli si mettono accanto aiutandolo e infine rendendo pubblica la sua esperienza così da stemperare il dolore personale nel calore della comunità.
Questo passaggio, semplice e drammatico, riapre un percorso che sembrava definitivamente chiuso e il fiore di corallo che anni addietro aveva suggellato un amore, riappare all'improvviso, dove mai Giulio avrebbe immaginato di ritrovarlo.


Titolo: Il libro vuoto
Autore: Josefina Vicens
Editore: Editori Internazionali Riuniti
Pagine: 180
Prezzo: 12,00 €

«Per avere un quadro del Novecento messicano sono sufficienti due opere. Mi riferisco naturalmente al Libro vuoto di Josefina Vicens e al Pedro Paramo di Juan Rulfo».

Sinossi:
Il giudizio di Arturo Canseco è largamente condiviso dalla critica messicana, concorde nel leggere il romanzo “rurale” di Juan Rulfo e quello “cittadino” di Josefina Vicens come un perfetto compendio della svolta radicale che negli anni ’50 del secolo scorso ha inaugurato l’epoca letteraria più gloriosa e fortunata della letteratura latinoamericana. A differenza del Pedro Paramo, che in Italia è alla sua quinta riedizione, l’opera maestra di Josefina Vicens è tradotta per la prima volta in questo volume.
Il «libro vuoto» è il quaderno che José García, ragioniere contabile di mezza età e di candida immaginazione, estrae ogni sera dal cassetto e sfoglia con pudore e tenerezza, al riparo dallo sguardo discreto della sua famiglia, deliziandosi alla vista delle pagine bianche su cui sogna di comporre il romanzo che gli darà chiara fama. Ma in attesa della giusta ispirazione, José non rimane inerte. Su un secondo quaderno annota giorno dopo giorno i pensieri, le impressioni, i dilemmi, i piccoli episodi e le vive emozioni che costellano l’umana avventura della sua vita quotidiana. Lo fa con il trasporto di chi scrive per forza di necessità, mosso da un bisogno incalzante, fisico oltre che spirituale. E nel farlo non nasconde la frustrazione di chi si sente sfuggire a ogni passo l’idea inseguita, la parola esatta, il libro immaginato. Pagina dopo pagina aumenta lo sconforto dello scrittore, che redige con lucidità la cronaca del suo fallimento letterario. Ma mentre un quaderno rimane vuoto, l’altro si apre ad accogliere la confessione palpitante, immaginifica, commossa e penetrante di un uomo capace di sondare con appassionata intelligenza i segreti del suo animo e di guardare al mondo con grazia e stupore. 
Nelle mani del lettore, questo quaderno segreto e luminoso, destinato a rimanere chiuso in un cassetto, diventa a insaputa del suo autore opera letteraria compiuta, insignita nel 1958 del Premio Xavier Villaurrutia, il più prestigioso del Messico, e divenuta un classico contemporaneo della narrativa latinoamericana.


Titolo: Suite francese 
Autore: Irene Némirovsky
Editore: Editori Internazionali Riuniti
Pagine: 480
Prezzo: 18,00 €

«Tra loro c’era tutto un mondo di sfumature oscure, inespresse, qualcosa di fragile come un cristallo prezioso che una semplice parola avrebbe rischiato di infrangere. Probabilmente lo avvertì perché rimase da solo con lei per pochi attimi soltanto. Si scoprì il capo (forse il suo ultimo gesto da civile, pensò Lucile con un sentimento tenero e doloroso), le prese le mani. Prima di baciarle, vi appoggiò per un istante la guancia, in un gesto insieme tenero e imperioso, forse una presa di possesso o un tentativo di apporre su di lei l’ardente sigillo di un ricordo».

Sinossi:
Rinvenuto fra le carte riposte in una valigia che la figlia Denise aprirà solo molto più tardi, Suite francese di Irène Némirovsky è un grandioso affresco della Francia nei primi tempi dell’occupazione nazista. Nelle intenzioni dell’autrice, le parti a noi giunte (Tempesta in giugno e Dolce) avrebbero dovuto costituire i primi due movimenti di un ampio poema sinfonico, ma il progetto rimase incompiuto.
In Tempesta in giugno assistiamo alla tragica fuga dei parigini di fronte all’avanzata tedesca; davanti ai nostri occhi, emerge un’umanità stravolta, resa folle dalla fame, la paura e lo sfinimento, che si divide in prede e predatori e in cui il panico sopprime tutto ciò che non è istinto, fremente impulso animalesco della carne. Con Dolce, l’occhio della scrittrice si posa sulla passione impossibile di Lucile e di un ufficiale tedesco, condannata a restare per sempre tale perché l’uomo e la donna che in altre circostanze avrebbero potuto amarsi sono stati invece gettati dal fiume della storia su sponde opposte e divise.

giovedì 27 marzo 2014

Prossime uscite #2

Ancora una novità in arrivo! Si tratta questa volta di un romanzo contemporaneo edito da Scrittura & Scritture, che verrà presentato a Udine. Nel leggere la trama, il mio pensiero è andato a Piccole donne, in particolare a Piccole donne crescono… che ne pensate?

Autore: Alessandra Zenarola                 
Titolo: L’autunno dell’anno prima
Editore: Scrittura & Scritture
Collana: Voci
Data di uscita: 5 aprile 2014
Pagine: 200
Prezzo: 13,00€


“Il vuoto in testa rischia di
renderci tutti più felici.
Si crede che chi non
pensa sia stupido, come
se tormentarsi fosse
saggio”.


Sinossi:
Al mare non dovrebbe piovere mai.
Tranne a novembre, quando dal pullman che fa sosta a Grado scende una donna esile con un ombrello rosso pomodoro.
Ma lei cosa ci è venuta a fare al mare, in autunno?
Glielo chiede Elvina, una giunonica biondo platino che sull’isola gestisce la pensione Turchina insieme alla sua lunatica famiglia: suo marito, più vecchio di lei di quasi vent’anni, e il loro allampanato figlio.
La laguna afflitta dalla bruma e da piogge interminabili, l’incontro di Domiziana con Darko, un bosniaco dal carattere schivo, le videochiamate con la figlia Nicole in America, si incastrano tra i flashback di questo romanzo ricco di colori, che con stile leggero ci fa viaggiare nelle storie delle sorelle Sparaviero, diverse per carattere, lontane per scelte di vita, eppure legate da una coincidenza che nessuna delle due avrebbe potuto neanche immaginare.

 Alessandra Zenarola vive a Udine. Oltre a scrivere, frequenta le osterie del centro storico, fotografa la pioggia, tenta di leggere Proust e Céline perché si sente in colpa per non esserci mai riuscita. Nel tempo ha capito che c’è più ironia nel dramma che nella leggerezza. Ogni tanto perde o recupera peso.
Spazzola il suo gatto. Dimentica gli ombrelli al supermercato.
Ha pubblicato due romanzi, Il cowboy vanigliato (2003) e Un cuore di latta (2010), e una raccolta di brevi novelle, Smagliature (2008). Suoi racconti, finalisti o vincitori di concorsi letterari, sono presenti in antologie di autori vari.

mercoledì 26 marzo 2014

Recensione: Lo strano caso di Michael Farner

Ed eccomi pronta a recensire questo nuovo racconto di Lorenzo Sartori. Non è stato affatto facile per me che di racconti me ne intendo ben poco. Provare non costa nulla!


Autore: Lorenzo Sartori
Titolo: Lo strano caso di Michael Farner (in vendita qui)
Editore: Nativi Digitali
Collana: Impronte digitali d’autore
Data di uscita: 26 marzo 2014
Prezzo: 0.99 €

Sinossi:
Per Michael Farner sono lontani i tempi in cui era uno scrittore di bestseller: oggi è sovrappeso, depresso, dimenticato dal pubblico e bistrattato dal proprio editore. Il motivo? Non riesce più ad uccidere i propri personaggi, bel problema per un autore di thriller. Quando Michael "uccide" un personaggio nelle sue bozze se lo ritrova infatti davanti in carne ed ossa, intenzionato a dargli il tormento fino a che non verrà "riportato in vita". Ma questo è solo l'inizio dei guai per il povero scrittore...
"Lo strano caso di Michael Farner" è un racconto che ironizza su cliché e consuetudini del mondo dell'editoria spiazzando continuamente il lettore, portandolo a ribaltare più volte la sua prospettiva e suggerendogli che ci sono tanti modi diversi per osservare una realtà solo apparentemente lineare. Sarà lo scrittore ad avere l'ultima parola, uno dei suoi personaggi...o chi altro?

Lorenzo Sartori (classe 1967) non è proprio un "nativo" digitale. Per dirla alla Adams, quando Lorenzo vide la luce (quella elettrica comunque già c'era), le forme primitive che abitavano il trascurabilissimo pianeta azzurro-verde non conoscevano ancora gli orologi da polso digitali, tantomeno erano in grado di considerarli un'ottima invenzione.
Nonostante tutto Lorenzo, che è anche un giornalista e un apprezzato game designer nel nerdissimo mondo delle miniature, mondo delle miniature, è digitalmente raggiungibile attraverso il suo blog http://lorenzosartori.blogspot.com e la sua pagina facebook www.facebook.com/lorenzosartoriscrittore.

RECENSIONE

«Io… io sono… il diavolo, sì io sono il diavolo. Sono proprio io. Non ha mai sentito di artisti che fanno patti con il diavolo?» iniziò a balbettare Farner. «Vuole la mia anima per un bestseller?» «No, niente anima. Voglio solo che sistemi e firmi quel maledetto libro!» sbottò spazientito. «Niente anima? Cos'è, una sorta di offerta speciale natalizia?».

Si sente sempre parlare di blocco dello scrittore, quello della famosa pagina bianca che fissiamo per ore senza riuscire a ricavarne una qualsiasi ispirazione.
Ma quando a mancare non è l’ispirazione, ma il coraggio di disfarsi, uccidendoli, dei propri personaggi, è cosa ben più complicata.
Michael Farner, grande scrittore di romanzi thriller, non riesce a eliminare la prima vittima del nuovo giallo, trascinandola per diversi capitoli. Purtroppo per lui, oltre alla pressione esercitata dal suo agente, i personaggi iniziano a ronzargli intorno come anime in pena che tentano in ogni modo di fargli cambiare gli eventi per lasciarli vivere ancora un po’.
Fin qui la trama sembra lineare, ma per Farner le difficoltà non finiscono qui; si ritrova egli stesso un personaggio di un romanzo alla disperata ricerca di un modo per tornare scrittore in carne ossa. Ma non è tutto… il resto dovrete leggerlo voi!
Il racconto è scritto abbastanza bene. Ci sono troppe azioni che si susseguono, troppi stacchi, e per una dedita ai romanzi non è facile abituarsi a questo cambiamento. Forse qualche pagina in più avrebbe giovato alla narrazione. L’idea è davvero originale e non vorrei mai essere al posto del povero Michael Farner.
Tra colpi di scena, stravolgimenti dei punti di vista della vicenda, divertenti riferimenti al mondo dell’editoria, si giunge al finale con ancora più dubbi di prima. Non stupitevi se avrete bisogno di rileggerlo o di fermarvi un momento a riflettere, a me è successo.
Pensateci bene prima di far sparire uno dei personaggi delle vostre opere, magari puntate su un genere diverso!

Bravo Lorenzo Sartori,
spero di poter leggere un romanzo in futuro.

Voto: 

martedì 25 marzo 2014

Novità #1

Questo che vi presento è uno degli ultimi libri pubblicati da Scrittura & Scritture e che presto avrò il piacere di leggere e ovviamente, recensire. Sono molto curiosa! E adesso a voi...

Autore: Enrico Pennino
Titolo: Tutti gli amici di Anna
Editore: Scrittura & Scritture
Collana: I minuti
Pagine: 76
Prezzo: 8,00 €

Sinossi:
Dieci anni sono trascorsi dal giorno in cui Anna ha visto i suoi multietnici compagni di scuola: la pelle scura e i capelli crespi di Khaled, gli occhi a mandorla di Lin, il rumeno Daniel. 
In tutto questo tempo le loro strade non si sono più incrociate e Anna è stata lontana dal suo paesino di provincia, per lei sempre troppo stretto e culturalmente limitativo, preferendo la cosmopolita Roma. Il ritorno al paese, il rincontrare Khaled e una muta richiesta di aiuto portano Anna a confrontarsi con se stessa e con le sue convinzioni. 
Tutti gli amici di Anna è un racconto che attraversa il senso profondo dell’amicizia e della solidarietà, per scardinare barriere culturali e pregiudizi di cui, in un modo o nell'altro, tutti siamo, o siamo stati, vittime o artefici. 
Torna così alla scrittura Enrico Pennino.

Enrico Pennino, napoletano, classe 1973, è visual designer ed esperto di comunicazione visiva. La lunga esperienza nel campo della pubblicità gli ha insegnato che per abbattere le barriere culturali è necessario trovare un linguaggio universale fatto di suggestioni, emozioni, colori e scrittura. Per gli stessi tipi della casa editrice, ha pubblicato Il segno di Joao (2006). 

lunedì 24 marzo 2014

Prossime uscite #1

Buon pomeriggio a chi passerà da qui! Apro ufficialmente questa piccola rubrica sulle novità e le anteprime delle case editrici. Avendo aperto da poco il blog, oggi vi presenterò una sola opera; si tratta di un e-book della Nativi Digitali Edizioni.

Autore: Lorenzo Sartori
Titolo: Lo strano caso di Michael Farner (in vendita qui)
Editore: Nativi Digitali
Collana: Impronte digitali d’autore
Data di uscita: 26 marzo 2014
Prezzo: 0.99 €

Sinossi:
Per Michael Farner sono lontani i tempi in cui era uno scrittore di bestseller: oggi è sovrappeso, depresso, dimenticato dal pubblico e bistrattato dal proprio editore. Il motivo? Non riesce più ad uccidere i propri personaggi, bel problema per un autore di thriller. Quando Michael "uccide" un personaggio nelle sue bozze se lo ritrova infatti davanti in carne ed ossa, intenzionato a dargli il tormento fino a che non verrà "riportato in vita". Ma questo è solo l'inizio dei guai per il povero scrittore... 
"Lo strano caso di Michael Farner" è un racconto che ironizza su cliché e consuetudini del mondo dell'editoria spiazzando continuamente il lettore, portandolo a ribaltare più volte la sua prospettiva e suggerendogli che ci sono tanti modi diversi per osservare una realtà solo apparentemente lineare. Sarà lo scrittore ad avere l'ultima parola, uno dei suoi personaggi...o chi altro?

Lorenzo Sartori (classe 1967) non è proprio un "nativo" digitale. Per dirla alla Adams, quando Lorenzo vide la luce (quella elettrica comunque già c'era), le forme primitive che abitavano il trascurabilissimo pianeta azzurro-verde non conoscevano ancora gli orologi da polso digitali, tantomeno erano in grado di considerarli un'ottima invenzione. Nonostante tutto Lorenzo, che è anche un giornalista e un apprezzato game designer nel nerdissimo mondo delle miniature, è digitalmente raggiungibile attraverso il suo blog http://lorenzosartori.blogspot.com e la sua pagina facebook www.facebook.com/lorenzosartoriscrittore.

domenica 23 marzo 2014

Recensione: Il richiamo del cuculo


Bonsoir! Anche la curiosità di questo romanzo è stata soddisfatta! Non ho ancora deciso quale sarà il prossimo libro che leggerò e recensirò, mi farò guidare dall'istinto. Buona lettura.


Autore: Robert Galbraith pseudonimo di J.K Rowling
Titolo: Il richiamo del cuculo
Pagine: 464
Editore: Salani
Prezzo: 16,90

Sinossi:
Il primo caso per Cormoran Strike in questo romanzo di esordio di Robert Galbraith, pseudonimo di J.K. Rowling, autrice della serie di Harry Potter e de "Il seggio vacante". Londra. È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all'ufficio di Cormoran Strike. Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l'ha schiacciata.

Joanne Rowling, nata a Yate il 31 luglio 1965, è una scrittrice britannica. La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter, che ha scritto firmandosi con lo pseudonimo J. K. Rowling (in cui "K" sta per Kathleen, nome della nonna paterna), motivo per cui la scrittrice è spesso indicata impropriamente come Joanne Kathleen Rowling. In seguito al suo matrimonio del 2001 il suo nome legale è Joanne Murray. Nel 2013 pubblica un'opera con lo pseudonimo di Robert Galbraith. Nel 2011 è stata inserita da Forbes nella classifica delle donne più ricche del Regno Unito.

Recensione

"È davvero sfortunato colui la cui notorietà
mette in piazza le sue sventure”.

Lucio Accio, Telephus



Inverno. Londra.
Potrebbe trattarsi di una delle tante notti in cui una delle città più belle al mondo si colora di bianco, diventando ancora più magica. Invece quella notte la neve diventa il letto di morte di una bellissima donna.
Lula Landry, una famosa modella, viene trovata riversa sul marciapiede sottostante il balcone del suo appartamento, da cui evidentemente era caduta.
La polizia archivia il caso come suicidio. Movente? La depressione, per alcuni la pressione della stampa.
Il mondo della moda, che la Rowling mette a nudo magistralmente, non è quell'universo fantastico fatto solo di soldi, successo e lusso; si rinuncia definitivamente alla privacy. Lula Landry aveva un passato burrascoso per colpa soprattutto della droga e si sa, la stampa non si lascia scappare notizie del genere.
Eppure non per tutti si tratta di suicidio. Ed è da qui che parte il romanzo.

Le indagini sulla misteriosa morte della modella vengono affidate all’investigatore privato Cormoran Strike. Ex ufficiale dell’esercito, si ritrova con una ferita di guerra, senza casa, senza fidanzata e senza soldi. È un personaggio che ho apprezzato molto. Viene descritto in maniera profonda dall’autrice, ne mette a nudo tutti i pensieri, tutti i difetti, ma lo avrei apprezzato di più se la Rowling non avesse usato, a mio parere, il suo doloroso passato per suscitare compassione nei lettori.
Altra interessante figura è quella della segretaria interinale Robin: ragazza intelligente, sveglia e desiderosa di imparare i segreti del mestiere non lasciandosi intimidire dal caratteraccio e dalla stazza del suo capo.
Purtroppo per gli altri personaggi il giudizio è diverso perché si tratta di figure stereotipate e affatto originali.
Protagoniste del romanzo sono anche le descrizioni dei luoghi frequentati dai vari personaggi: dagli squallidi bar e pub frequentati da Strike ai locali notturni frequentati dai personaggi famosi e i loro lussuosi appartamenti. Purtroppo però queste numerose descrizioni mi hanno reso la lettura del romanzo meno piacevole, lenta. Appesantiscono quello che dovrebbe essere un romanzo ricco di suspense e di coinvolgimento nelle indagini.
Queste ultime sono uno dei punti dolenti dell’opera in quanto si fanno corpose ed avvincenti solo verso la fine del libro ed inoltre mancano i ragionamenti che portano l’investigatore alla scoperta finale. Mi sarebbe piaciuto entrare nella mente di Strike per scoprire ed analizzare a fondo le sue tecniche di indagine, le sue teorie, anche perché mi è sembrata un po’ inverosimile la facilità con cui è riuscito a portare a termine i vari interrogatori, e meno i suoi ricorrenti pensieri all'esercito e alla sua ex fidanzata. Tutto è troppo lento all’inizio e troppo veloce poi e il finale non è dei migliori, non mi ha entusiasmata.
Con alcuni accorgimenti per il sequel, potrebbe diventare davvero un bel romanzo giallo.

Voto: 


mercoledì 19 marzo 2014

Recensione: Il gioco di Ripper

Buonasera a tutti! Eccomi di nuovo con la recensione di un secondo romanzo giallo. Credo proprio che dopo quello che è in lettura, cambierò genere! Ero curiosa di scoprire le capacità di questa famosissima autrice, come non amare "La casa degli spiriti", in una nuova veste e... non svelerò subito il mio parere!


Titolo: Il gioco di Ripper
Autore: Isabel Allende
Pagine: 462
Editore: Feltrinelli
Prezzo: 19,00


Sinossi:
Le donne della famiglia Jackson, Indiana e Amanda, madre e figlia, sono molto legate pur essendo diverse come il giorno e la notte. Indiana, che esercita come medico olistico, è una donna libera e fiera della propria vita bohémienne. Sposata e poi separatasi molto giovane dal padre di Amanda, è riluttante a lasciarsi coinvolgere sentimentalmente, che sia con Alan, ricco erede di una delle famiglie dell'élite di San Francisco, o con Ryan, enigmatico e affascinante ex navy seal dell'esercito americano, ferito durante una delle sue ultime missioni. Mentre la madre vede soprattutto il buono nelle persone, Amanda, come suo padre, capo ispettore della sezione omicidi della polizia di San Francisco, è affascinata dal lato oscuro della natura umana. Brillante e introversa, appassionata lettrice, dotata di un eccezionale talento per le indagini criminali, si diletta a giocare a Ripper, un gioco online ispirato a Jack the Ripper, Jack lo squartatore, in cui bisogna risolvere casi misteriosi. Quando la città è attraversata da una serie di strani omicidi, Amanda si butta a capofitto nelle indagini, scoprendo, prima che lo faccia la polizia, che i delitti potrebbero essere connessi fra loro. Ma il caso diventa fin troppo personale quando sparisce Indiana. La scomparsa della madre è collegata al serial killer? Ora, con la madre in pericolo, la giovane detective si ritrova ad affrontare il giallo più complesso che le sia mai capitato, prima che sia troppo tardi.

Isabel Allende Llona (Lima, 2 agosto 1942) è una scrittrice cilena. È una delle autrici latinoamericane di maggior successo al mondo, con libri come La casa degli spiriti o La città delle bestie. Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo. Ha partecipato a molti tour mondiali per promuovere i suoi libri ed ha anche insegnato letteratura in vari college statunitensi. Vive dal 1989 in California con suo marito, e ha ottenuto la cittadinanza americana nel 2003.

Recensione

Prima prova della grande e famosa scrittrice in un genere che non le appartiene, ma che non abbandona mai le origini che l’anno resa così amata. Il libro infatti, presenta una doppia organizzazione: da una parte il giallo e dall'altra il romanzo familiare, ma soprattutto femminile.
Elemento particolare e originale è il gioco di ruolo online organizzato da Amanda, la figlia di Indiana, insieme al nonno e ad altri quattro adolescenti provenienti da diversi paesi. Inizia come un semplice gioco il cui scopo è quello di catturare il famoso Jack lo Squartatore, fino a quando la cittadina di San Francisco non viene sconvolta da alcuni omicidi e dal rapimento di Indiana, e i giocatori di Ripper iniziano ad investigare grazie alla complicità del padre di Amanda, agente della Sezione Omicidi. Secondo il mio personale punto di vista, quello del gioco è un elemento originale, ma che viene sfruttato poco e male.
Purtroppo, nonostante un inizio coinvolgente, le indagini sui diversi omicidi hanno ben poco spazio all'interno del romanzo, salvo alla fine, dove la ricerca di Indiana diviene l’elemento centrale della vicenda coinvolgendo tutti i protagonisti in una corsa contro il tempo.
Il finale, proprio per questo motivo, mi è risultato molto sbrigativo. Inoltre l’incalzare degli eventi nelle ultime pagine mi ha dato la sensazione che l’autrice volesse, in questo modo, supplire alla monotonia e alla piattezza del romanzo.
Considero l’opera soprattutto come la storia di una famiglia. Ritroviamo il rapporto madre-figlia, padre-figlia, ma soprattutto quello di Amanda e il nonno Blake. È, il loro, un rapporto fatto di amore, amicizia, fiducia, confidenza e complicità.
Ma, ahimè, il perno di tutto il romanzo è il personaggio di Indiana, troppo generosa, troppo disponibile, troppo “perfetta”.
Ahimè perché, oltre a non essere un giallo degno di questo nome, come ho già ribadito, neanche come romanzo femminile mi ha entusiasmato.
Trovo noiosi gli interminabili capitoli su questa donna: il suo lavoro nella clinica olistica, i suoi trattamenti affatto efficaci, il suo voler salvare tutti, la sua vita privata fatta di cene, picnic, i numerosi spasimanti, l’attrazione per Miller, ma soprattutto il rapporto con il suo amante Keller. Purtroppo non ho affatto apprezzato questa donna, il ritratto che l’Allende fa di lei e il suo essere centro di tutto e tutti.

Ho avuto non poche difficoltà a recensire il romanzo, perché non mi piace dare un voto del tutto negativo alle fatiche degli autori, ma ho preferito puntare sulla sincerità.
Credo che presto rileggerò i suoi libri, quelli con la L maiuscola, per riprendermi da questa delusione.  In attesa di un suo ritorno in grande stile.

Voto:  ½

sabato 15 marzo 2014

Recensione: La verità sul caso Harry Quebert

Buonasera a tutti! 
Questa è la prima recensione del blog quindi abbiate pietà di me!
Il libro che presento è un giallo che desideravo leggere da qualche tempo e finalmente ci sono riuscita. È il primo libro letto dopo un lungo periodo di esami in cui la lettura, purtroppo, è stata accantonata, e fortunatamente non mi ha deluso.

Titolo: La verità sul caso Harry Quebert
Autore: Joel Dicker
Pagine: 784
Editore: Bompiani
Prezzo: 19,50 (Bompiani)

Sinossi:
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano. Convinto dell’innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent’anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.

Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Il primo, Les derniers jours de nos pères, ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010. La verità sul caso Harry Quebert ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è in corso di traduzione in oltre 25 paesi.

Recensione
“Harry, se dovessi salvare solo una delle tue lezioni, quale sceglieresti?”
“Rigiro a te la domanda”.
“Io salverei L’importanza di saper cadere”.  
“Mi trovi pienamente d’accordo. La vita è una lunga caduta, Marcus. 
La cosa più importante è saper cadere”.
Una misteriosa sparizione, un amore nascosto e proibito, un libro.
La storia inizia, nel 1975, con la scomparsa di Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni molto amata nella sua piccola città. Un dolore immenso per il povero padre e una grande perdita per chi la conosceva.   
2008: Marcus Goldman diventa finalmente un famoso scrittore: ma a che prezzo?
Una storia forte, che tocca temi importanti. 
L'amore tra due persone che non hanno nulla in comune, due mondi completamente opposti, ma soprattutto una differenza che li costringe a vivere questo sentimento in totale segretezza; un amore illecito, negato, immorale eppure vero, semplice, ingenuo. 

La paura di non riuscire, di cadere e non rialzarsi. Proprio la paura che spinge Marcus Goldman a tornare dal suo maestro Harry Quebert per ritrovare la voglia di scrivere. Inquietudine che non risparmia nessuno, nemmeno il grande scrittore de "Le origini del male", il libro che lo ha reso uno dei più importanti scrittori americani fino ad un tragico colpo di scena.

Un noir ben congegnato quello di Joel Dicker.
Nonostante alcune parti siano un po’ lente, è ricco di colpi di scena fino all’ultima pagina ed è riuscito a catturarmi, a far crescere in me il desiderio di capire, di sapere.
La prima domanda che mi sono posta è il motivo della scelta di far indagare Marcus, amico di Harry Quebert, scrittore. Viene a conoscenza dei fatti per puro caso e decide di salvare il suo amico e maestro, incriminato della scomparsa della piccola Nola. È una scelta discutibile sicuramente, che mi ha lasciata perplessa, ma che non ha influenzato troppo il mio giudizio.
La caratterizzazione dei personaggi è molto profonda. Ci dà modo di riflettere sulle scelte compiute da ognuno di loro, alcune magari poco condivisibili, ma che danno un quadro completo della vicenda.
Via via che si prosegue nella lettura vengono fuori tutti i tasselli che completano la personalità dei personaggi; in questo modo l’autore mi ha fatto, più volte, rivedere l’opinione iniziale creatasi su di loro, così come il mio personale tentativo di venire a capo delle indagini. Sono arrivata a provare compassione e simpatia per Luther, compassione, ma anche incredulità e perplessità nei riguardi di Nola, per le sue scelte, per i suoi comportamenti così come per Harry Quebert. Nola spesso risulta un personaggio un po’ forzato, a tratti anche inverosimile, antipatico. La madre di Marcus a tratti risulta divertente a tratti poco consona alla vicenda. Ognuno di loro mi ha in qualche modo sorpreso e questo è un punto a favore per il libro e per lo stile dell’autore.
Il romanzo ha sicuramente una struttura particolare; innanzitutto la numerazione dei capitoli inizia dal 31esimo, inoltre alterna capitoli ambientati all’epoca dei fatti, 1975, e capitoli ambientati nell’anno in cui il caso viene riaperto, nel 2008. Elemento strutturale particolare e, per me, piacevole, è sicuramente la presenza, all’inizio di ogni capitolo, dei consigli dati da Harry Quebert a Marcus Goldman su come diventare uno scrittore.
Sicuramente un limite, ma magari anche un pregio, del libro riguarda il linguaggio: è piuttosto semplice sia a livello di sintassi che di lessico, io sinceramente mi sarei aspettata un’attenzione in più. Altra pecca è quella di aver concentrato negli ultimi capitoli una serie di colpi di scena fino alla risoluzione della vicenda, pur avendo molte pagine a disposizione.
Non sono molto amante dei gialli ma, nonostante alcuni limiti, è una lettura affatto noiosa anche se più lenta in alcuni punti, e ha sicuramente catturato la mia attenzione. Leggera e scorrevole nonostante le 800 pagine.
Opera prima, spero proprio di poter leggere presto altre opere di questo autore!

Voto: ★★★

mercoledì 12 marzo 2014

Questa sono io

Hola! Innanzitutto mi chiamo Viviana e sono di Napoli. Sono laureata in Editoria e Pubblicistica e… amo i libri! Anche se il titolo del blog può confondere, questo piccolo spazio tratterà della mia sconfinata passione per quelle emozionanti, divertenti, malinconiche parole che rendono la lettura parte della mia vita.
L’idea del blog è nata diversi anni fa, ma non ho mai avuto il coraggio di renderla concreta, fino ad oggi. Libera da esami ed altri impegni, tesi esclusa, e grazie anche al sostegno del mio ragazzo, ho deciso di buttarmi; ormai sono in rete, in mezzo a tutti coloro che condividono i miei stessi interessi.
So che è difficile emergere, spero infatti, un giorno, di poter lavorare in questo campo, ma io cercherò di rendere questo blog un piccolo angolino personale, accogliente e in cui alcuni, o molti, di voi possano sentirsi parte di un mondo fatto di caratteri, parole, colori ed emozioni. 

Per qualsiasi informazione, richiesta, collaborazione con case editrici o autori, emergenti o meno:  vivianacalabria27@gmail.com

Potete trovarmi su Facebook


"Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli 

ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere".



Gustave Flaubert, Lettera a Mille de Chantepie, 1857